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giovedì 9 ottobre 2008



Sherlock Holmes contro Dracula



Autore: Watson, John H.
Curatore: Estleman, Loren D.
Editore: Gargoyle


"È l'anno 1890. Una nave fa naufragio sulla costa inglese, l'equipaggio è scomparso, il capitano è stato assassinato, l'unico passeggero è un sinistro cane nero. Il mistero, di cui nessuno riesce a venire a capo è pane per i denti dell'inimitabile Sherlock Holmes, ma per la prima volta nell'arco della sua esaltante carriera il grande detective è in difficoltà. Risulta evidente che gli uomini dell'equipaggio sono stati uccisi e gettati fuori bordo, ma cosa può spiegare l'espressione di orrore stampata sul volto del capitano, il suo fatale dissanguamento, e lo strano carico della nave - cinquanta casse di terra? Il gioco è aperto e Sherlock Holmes, assistito come sempre dal fedele Dottor Watson, si viene a trovare sulle tracce del re dei vampiri in persona - il Conte Dracula..."

Mi è piaciuto questo libro fin dalla copertina; ha toccato le corde del mio cuore già dalla tenera dedica all’attore Peter Cushing fatta dall’editore e dal traduttore della versione italiana, dedica che mi ha sorpreso e compiaciuto. Mi è piaciuto l’espediente del ritrovamento del manoscritto del dottor Watson, con annessa ricostruzione delle varie parentele, e pubblicazione da parte di un curatore, porto con grazia. Mi è piaciuta la bibliografia proposta dal curatore con la distinzione fra il canone, gli episodi citati ma mai scritti e gli episodi apocrifi. Mi è piaciuto, infine, il romanzo. L’autore è riuscito ricreare il linguaggio e le atmosfere tweed di Conan Doyle e leggerlo è stato un vero piacere, come gustare un dolce da tè che raramente viene preparato perché se ne è persa la ricetta. Intrigante l’accostamento tra l’algida mente di Sherlock e la potenza istintiva e ferina del Conte Dracula. Da questo incontro (e scontro) ciascuno dei due personaggi ne esce modificato, anche se sempre nei limiti canonici dei personaggi: per la prima volta, Holmes si trova in una situazione di cui non riesce circoscrivere l’intero perimetro, che non può controllare sino in fondo, malgrado le sempre fulgide deduzioni; emerge, sorprendentemente, una emotività controllata ma intensa del detective, dovuta senz’altro agli eventi straordinari (e illogici) che si trova a fronteggiare; in questo contesto così ‘emotivo’, lascia emergere il suo affetto per il fedele Watson in diverse occasioni; per contro Dracula appare all’inizio una presenza solo intuita ma oppressiva e spaventosa; prenderà sempre più corpo, ma verrà esaltato l’aspetto selvaggio, animalesco e sanguinario, più vicino al Conte Vlad storico e forse al personaggio inteso da Stoker, che non alla figura elegante e patinata trasmessaci, erroneamente a mio parere, dal cinema e da certa letteratura; alla fine Dracula fa pensare più ad un animale selvaggio (un lupo, forse), intelligente e potente sì, ma vincolato dalla sua natura, incapace di essere veramente padrone di sé e del proprio destino; poco a poco il conte perde il suo aspetto terrificante per giungere, quasi, a destare compassione. Non ho riconosciuto, invece, il personaggio di Van Helsing, presentato qui come un barone del vampiresco, preoccupato solo di mantenere la sua fama di esperto in materia; ma il personaggio è visto con gli occhi del buon dottor Watson, il quale senza dubbio non può che considerare arrogante chi contesti la competenza del suo idolo, Holmes, su qualunque argomento. Per ultimo desidero ringraziare la casa editrice Gargoyle (nome intrigante!) per aver pubblicato questo piacevolissimo libro e mi auguro che manterrà questa linea editoriale così affascinante e raffinata.